Lo Chef Nikita Seergev propone un originale pranzo domenicale a Banco 12 (Mercato coperto) dove interpreta e ricetta i Presidi Slow food marchigiani dall’antipasto al dolce.
Qui lo e dico non lo nego la cucina dello chef sangiorgese Nikita Seergev, non solo mi piace un bel po’ (detto all’anconetana) ma credo che sia una delle più intriganti dell’attuale panorama marchigiano.
Dopo aver testato le sue doti tecniche e creative con un pranzo tematico a base di Pesca Saturnia, ho avuto di nuovo il piacere di assaggiare un menù particolare con un affascinante viaggio culinario nei presidi Slow food (6 varietà autocnone marchigiane). Cambia la stagione: dall’estate all’autunno; Cambia la location: dal raccolto ristorantino L’Arcade (per pochi non per tutti) a Banco 12, lo spazio più easy all’interno del mercato coperto che avvicina e aggrega; Aumentano le mani, da due a quattro: allo chef Nikita si affianca Francesco Pettorossi. A non cambiare però è la mano decisamente “felice”. E se è stata buona e giocosa la prima, la seconda è altrettanto divertente.
Il percorso dall’antipasto al dolce ha visto ricettare con originalità tutti i presidi marchigiani slow food, dalla cipolla piatta di Pedaso (che in realtà aspira a diventarlo ma è ancora nel processo di “beatificazione”!) al lonzino di fico, passando per salame di fabriano, mosciolo, cicrchia e mela rosa.
I 3 piatti slow food che si aggiudicano il mio Podio personale del Pranzo della Domenica
- TERZO CLASSIFICATO: il mosciolo selvatico di Portonovo in stile Banco 12
Li avevo assaggiati in tanti modi e in tutte le salse i moscioli di Portonovo ma con latte di cocco e lemongrass ancora no. Fresco profumatissimo e spiazzante è un piatto che ti fa volare fino a Bangkok e ti fa venire voglia di prendere le chopstick in mano. E allora applausi al coraggio di sfidare i più puritani che “il mosciolo va mangiato scoppiato o niente!”.
- SECONDO CLASSIFICATO: La torta di mele rosa dei Sibillini
Sarà che adesso sono in restrizioni da dolci, ma questa classica Torta che cappuccetto avrebbe potuto portare alla nonna mi è sembrata semplicemente perfetta. C’erano parti croccantine e parti più morbide e umide, un morso equilibrato con la mela rosa che senza esagerare restava protagonista. La crema inglese? Mi ci sarei tuffata…e quasi quasi l’avrei servita pure tiepidina, oppure la torta calda, ci sto ancora pensando.
- PRIMO CLASSIFICATO: il coniglio con Cicerchia di Serra de’ Conti e salsa al vino cotto
Vince a mani basse il coniglio in porchetta alla marchigiana: uno scrigno godurioso pieno di meraviglie (salsiccia, fegatini, finocchietto, lardo) che prima di portarlo alla bocca andava più volte fatto scivolare nel piatto per raccogliere la salsina di cicerchia che però capitolava nei confronti della più dolciastra e caratterizzante riduzione di vino cotto letteralmente irresistibile.
Lacrime di felicità! E se poi alla fine del pranzo hai il piacere di fare un brindisi “massonico” (pochi intimi) con lo chef che prende dalla sua cantina personale una chicca: Lacrima di Morro d’Alba Lucchetti con 22 anni di storia alle spalle, allora il finale è di quelli che non si dimenticano.
Banco_15 Mercato coperto, Via Francesco Gentili, Porto San Giorgio FM Orario 8-23