Dove trovare piatti tipici e sapori autentici marchigiani? Seguendo consigli di intenditori, vado alla scoperta delle Osterie Storiche e Moderne delle Marche

I raccomandati non ci sono solo a scuola! Per concludere “col bòtto” il giro alla scoperta dei primi marchigiani della nostra tradizione, questa volta ho pensato di affidarmi ai consigli  di intenditori e addetti ai lavori. E così ho chiesto a chef, ristoratori, foodblogger  di fiducia di raccomandarmi un’ Osteria e un primo piatto marchigiano che avesse davvero lasciato il segno. Ed ecco cosa è venuto fuori…

OSTERIA PEPE NERO CUPRA MARITTIMA: UNA CHICCA DA NON PERDERE

Osteria Pepe Nero_ Le Marche

Osteria Pepe Nero a Cupra Marittima è un rifugio di buone forchette e ottimi bevitori.  Qui è l’oste a fare la differenza. Michele Alesiani, dopo 26 anni di Osteria dell’Arancio (Grottammare Alta), inizia nel 2013 questa nuova avventura. Lui non cucina. “Diventerei pazzo a stare chiuso in una stanza per più di due ore“;  ma sa riconoscere i prodotti di qualità e quando te li racconta te ne fa innamorare. Il locale è straordinariamente e romanticamente naifmanichini, quadri, specchi, statute di legno, canne da pesca, lampadari stravaganti.  Sembrano non “azzeccarci” niente l’uno con l’altro,  invece trovano una loro armonia conferendo all’atmosfera un non so che di magico. Ed è  divertente scovare tutti gli interessi più o meno nascosti del “Collezionista di Sogni”.

Perché è speciale Osteria Pepe Nero?

Fragustoepassione_ Osteria Pepe Nero

Il locale ha una formula assolutamente originale. Il menù degustazione è fisso e costa 38 euro, cambia circa ogni due settimane, con diversi assaggi di antipasti (tra cui gli spettacolari gnocchetti fritti caldi caldi col prosciutto di casa e spesso il famoso vitello tonnato dell’Osteria), 2 primi e un secondo della tradizione italiana. E il vino? Se ne vuoi uno particolare te lo puoi portare da casa!

Sono un sommelier e scherzando mi definisco un “vecchio Ubriacone”. Dopo l’Osteria dell’Arancio dove avevo investito tantissimo in una Cantina  di assoluta qualità, qui ho cambiato tutto. Io garantisco un vino sfuso più che  “decente”  e qualche vino artigianale, ma se vuoi bere qualcosa di speciale te lo porti da casa. Ovviamente io lo assaggio per sentire se è buono, proprio come fanno solitamente gli ospiti che vengono invitati a una qualsiasi cena tra amici!

Una formula  tra il divertente e il geniale, perfettamente calata nel contesto e assolutamente in linea con la personalità di chi l’ha inventata.

Osteria Pepe Nero: I piatti Raccomandati

Gnocchi_ Primi Piatti marchigiani

Questo posticino, aperto solo la sera tranne qualche domenica a pranzo, è visto come ritrovo di Amici “che se la godono e se la intendono”. In più è bazzicato da tanti vip della ristorazione marchigiana non solo limitrofa  (da Aurelio Damiani a Sigismondo Gaetani Proprietario Osteria del Gigante)).  A me il consiglio di venire ad assaggiare gli spettacolari gnocchi con faraona in salmì  me l’ha dato  Marcello Nicolini del Ristorante Marcello di Portonovo, che quando si tratta di sedersi in buone tavole non si tira mai indietro. Che dire? Quel primo piatto tricolore un po’ vintage dal gusto agrodolce, con funghi chiodini e una spolverata di tartufo  ha fatto furore.  I piatti sono stati rimandati all’oste lucidi di scarpetta fatta col pane buono. Altre Specialità? L’Oste è appassionato di riso,  usa il carnaroli riserva San Massimo del Parco del Ticino, e quello che fa d’estate con peperoni arrosto e baccalà (unico pesce ammesso in Osteria), mi dicono che vada assaggiato. Tornerò!

Pepe Nero Via Castello, Cupra Marittima Alta (Ascoli Piceno)

OSTERIA DELLA PEPPA A FANO: Mangiare alla marchigiana

Osteria storica Marchigiana

Nel centro di Fano, nello storico quartiere dei  Piattalletti, c’è una facciata  color melograno con  una romantica insegna Osteria “Vino e Cucina”. Quando entri l’orologio si ferma e riaffiorano dolci ricordi. Avete presente quelle casette del presepe di grandi dimensioni, fatte benissimo, che illustrano le arti e i mestieri di una volta? Mattoncini a vista, tavoli di legno, credenze stile chabby-chic piene di allegra stovaglieria; E ancora specchi, orologi, foto color seppia e un soffitto di pentole e paioli di rame che “piovono” dal cielo. A gestirla dal 2012 è Martina Carloni che ha voluto riprendere insieme a suo fratello Mirco un locale che apparteneva tempo prima alla sua famiglia. Lo ha chiamato “dalla Peppa“, il nome della prima Ostessa Giuseppina Mazzanti detta Peppa di fine ‘800.

Deve diventare un’osteria del buon ricordo, dove la gente viene per mangiare  i sapori di una volta. Ogni piatto profuma di  territorio,  la qualità deve essere eccelsa e la tradizione è sovrana. “L’originalità è il ritorno alle origini”. Una ricetta apparentemente semplice, ma che per essere vera e credibile nasconde tanta ricerca e un’accurata selezione prima di tutto dei fornitori.

Perché Osteria della Peppa é speciale?

Osteria da Peppa _ Fragustoepassione

E’ la Prima Osteria ad avere il bollino Giallo di Campagna Amica Coldiretti nel piatto per la valorizzazione e promozione del prodotto agricolo locale. Tutte le paste proposte nel menù  sono fatte in casa e tirate al mattarello da abili sfogline, “capitanate” dalla storica Ornella.  Potete ammirarla al lavoro nella vetrina del Pastificio “della Peppa” vicinissimo all’Osteria. Qui è possibile acquistare pasta fresca o anche partecipare a un corso. Dalla Peppa si rispettano le belle tradizioni di una volta: il pesce si trova solo il venerdì, il giorno  “di magro” e i cappelletti in brodo di cappone e il bollito con le salse fatte in casa la domenica, il giorno di festa. la Birra e Vino? Oltre alla  selezione delle migliori etichette Marchigiane, potete scegliere El Rosc e la Birra bionda della Peppa  molto beverina di produzione propria. E udite- udite: non ha giorno di chiusura!

Osteria della Peppa: I piatti raccomandati

Cresc' Tajat piatto tipico

Il Presidente di Slow Food Ancona Roberto Rubegni e la mia Food blogger marchigiana preferita Dorina Palombi mi hanno consigliato di assaggiare Cresc ‘tajat, una pasta della cucina povera marchigiana fatta con la farina della polenta.  Non a caso nelle campagne si preparava il giorno dopo della grande polentata sulla spianatora per riutilizzare gli avanzi della polenta non condita. Il buffo nome è perché l’impasto viene steso come fosse una grande crescia e poi tagliato a pezzi irregolari come i maltagliati. Io ho assaggiato la versione con fagioli e cotiche.  Un piattone abbondante e fumante con un sugo rustico che accarezza con istinto e sapienza quella pasta perfetta nella sua irregolare imperfezione. Ottima anche la versione apparentemente meno “strong e ignorante” del venerdì con ceci e vongole che nasconde un bouquet di profumi tra terra e mare di cui la nostra regione può solo vantarsi.

fragustoepassione_ Osteria da Peppa

E l’ultimo consiglio è per me: torniamoci più volte, perché come si fa a non assaggiare il coniglio in potacchio, lo stinco sulla tavoletta di legno o la pasticciata (magro di manzo tagliato sottile con sughetto di pomodoro)? E guai se andate via senza “pucciare” un cantuccio fatto in casa nella crema pasticcera fatta al momento , potreste avere sogni stracolmi di rimorsi.

Osteria Dalla Peppa Via Vecchia, 8, Fano PU

SEPIA BY NIKO SENIGALLIA: Osteria moderna Siculo-Marchigiana

Fragustoepassione_ Ristoranti Marchigiani

Sepia by Niko si potrebbe definire un’osteria moderna. Il locale é raccolto, il giusto mix tra informale ed elegante ed il risultato di un lungo percorso.  In cucina c’è Niko un ragazzo nato e cresciuto a Senigallia ma con alle spalle una famiglia di origini siciliane che “pesa” di stimoli e ricordi. Il mare gli scorre nelle vene, i suoi nonni avevano un peschereccio e ancora il ramo dei Pizzimenti possiede tre pescherie. La sua è una cucina mediterranea e risente di tante influenze.  Partito dagli indimenticabili spaghetti al nero di seppia del nonno, Niko fa esperienze nei ristoranti fusion più blasonati di Melburne fino ad arrivare ad uno stellato di Sidney, per poi scegliere di tornare a casa con una valigia fitta fitta di esperienze, tecniche, spezie, fantasia e ricordi. Qui con Giulia, sua ex compagna di classe e adesso di vita, avviano un progetto a loro immagine e somiglianza. Il locale è molto conviviale (tutto può essere condiviso), piccolo di metratura  ma dalla grande sostanza. Essenziale e non pretenzioso nella forma: le posate sono al centro della tavola ognuno le prende da sé e scordatevi il cameriere che vi punta a vista versandovi acqua e vino ogni volta che respirate!  Quindi entrate e  sedetevi con spirito libero, dimenticate gli spaghetti alle vongole e fatevi guidare in un viaggio dove ogni tappa, può essere un sapore o un accostamento che sa di scoperta. Lo è stato il mio sgombro “in scapece” con un  agro dolce dato da una buona, buonissima marinatura.

Fragustoepassione_ Ristoranti Marchigiani

Perché Sepia by Niko é speciale?

Il menù cambia totalmente una volta al mese seguendo non solo le stagioni ma anche l’umore dello chef,  il pesce è solo fresco (il congelatore è piccolissimo!), nel locale troverete solo vini naturali e ogni tanto c’è la serata “cus-cus” serio, alla trapanese, quello che ci vuole un sacco di tempo, e giri giri nella cuscussiera,   accompagnato da un brodettino speciale,  assolutamente da provare! E ultimo ma non ultimo, Niko e Giulia sono davvero simpatici e farsi un bicchiere di vino con loro è un piacere ma anche un po’ un dovere se avete capito il mood del locale!

Sepia by Niko: I piatti raccomandati

Andrea e Gessica chef proprietari dell’Osteria Gallo Rosso di Filottrano consigliano: Passatelli in brodo di canocchie! Le canocchie sono in doppia consistenza: sgusciate a vivo, lasciate a “macerare” nella loro acqua e messe all’ultimo  in padella per una leggerissima sbollentatura,  e sotto forma di brodo concentrato dove ogni parte (carpaci e chelette comprese) viene passata al frullatore offrendo la stessa sensazione di “ciucciare tutta la panocchia senza buttare via niente”. Il tocco in più? Spruzzata al varnelli alla fine del piatto.

passatelli_ Sepia By Niko

Mauro Uliassi consiglia (rivista Vanity Fair): cappellacci ripieni di sogliola arrosto (senti proprio quel sapore inconfondibile di “mollichette” alla brace!). Vengono scolati al dentissimo e conditi con un sughetto lasciato un po’ lento di broccoli, di cui una parte viene frullata e resta cremosa, con una montagna di pistacchi a dare croccantezza. Un piatto di un equilibrio spaventoso, dove tutti i sapori giocano a nascondino per poi svelarsi lentamente.

Fragustoepassione_ Ristoranti marche

E l’ultimo consiglio è mio: concedetevi un cannolo siciliano: la scelta della ricotta è top, la frittura è impeccabile e il crunch vigoroso che lascia posto a un’esplosione di cremosità zuccherina è una libidine!

Sepia by Niko  Piazza del Duca, 11 Senigallia AN