E se vi dicessi di trascorrere una giornata tra Civitanova Alta e Serrapetrona alla scoperta di storie, arte paesaggi e poesia?

Il filo conduttore è uno e uno solo: le Marche, la Vernaccia e le sue innumerevoli curiosità e sfumature. Il viaggio è un percorso ad anello che parte dalle Cantine Fontezoppa, attraversa una campagna marchigiana che sembrerebbe dimenticata da Dio  (ma che più probabilmente Dio si lascia come angolo priveé da riservare e condividere con pochi eletti), per poi tornare al punto di partenza dove, in un susseguirsi di calici da degustare, tutto trova un senso.  A questo si aggiunge il privilegio di contare su una guida esperta e appassionata, Mosè Ambrosi, capace di rendere il viaggio un susseguirsi di “Lo sapevi che…” con  divagazioni tra il serio e il faceto, che catturano l’ attenzione, conquistandola per sempre.

TAPPA UNO: CARPIGNANO

mosè tra le vigne
La zona più produttiva : 12 ettari di Carpignano Vernaccia Nera in purezza

LO SAPEVI CHE Fontezoppa produce sette vini tutti da vernaccia nera e che se non applichi a questa tipologia di vigna un’ importante potatura ottieni solo un insipido vinello di 10 gradi e mezzo?  Noi viziosi invece vogliamo bere un vino elegante e dunque dobbiamo affidarci a chi,  tagliando di qua e di là, tiene al massimo 4 grappoli per pianta. E sapete una strana casualità? La  vernaccia nera esiste solo nelle zone di  Serrapetrona e si trova esattamente nello stesso parallelo di quella bianca (tipica invece della Sardegna e della Toscana, Buffo no?!).  Ho scoperto che il nome Carpignano (della vernaccia base Fontezoppa) si rifà al Castello di Carpignano (vicino alle vigne) e che, prima che il terremoto entrasse a gamba tesa su  tradizioni  belle e lo rendesse inagibile, lì c’era un forno dove ci si fermava a fare colazione con  la focaccia con il lardo, una fetta di lonza e un generoso bicchiere di vernaccia! Carpignano al naso è “’na botta di pepe nero!” ed è venduta da 3 anni a Joe Bastianich in tutti i suoi ristoranti di New York. Con cosa la abbina lui? Spaghetto cacio e pepe e meglio ancora con la carbonara perchè con la sua acidità è capace di attenuare il sapore dell’uovo! PS. A Carpignano siamo a 600 metri sul livello del mare e c’è una visuale  privilegiata sul Borgo di Serrapetrona che è uno spettacolo!

 

TAPPA DUE: LA PIAZZA DI SERRAPETRONA

Dalla Fontana all’Alimentari di Sauro, passando per un  calice e un libro

Lo Sapevi che in piazza Santa Maria c’è una fontana dove per ogni bicchiere bevuto c’è un anno di vita conquistato?  Ed è probabile che proprio il mix di acqua e vernaccia, unitamente alla passione per “giocà a carte a trucco” (con cui i serrapetronesi sono fissati) , siano un elisire di lunga vita: delle 323 persone che popolano il centro, 31  sono ultracentenarie… complimenti! E lo sapevi che lo scrittore sceneggiatore  Mario Soldati (su consiglio di Veronelli)  pare sia passato nelle Marche nel 1970 e abbia dichiarato e scritto che una vernaccia particolarmente  degna di nota fosse quella prodotta dal nobiluomo Antonio Peda  le cui vigne sono attualmente di proprietà  Fontezoppa ( che produce una vernaccia con la stessa attenzione di Peda e  come tradizione comanda)!

vernaccia Fontezoppa

Un’altra chicca è che ho scoperto che sotto gli archi della Piazza, c’è un “Signor Alimentari” di quelli TOP  che raccoglie e seleziona con cura le eccellenze delle Marche. Dunque, se passate a Serrapetrone,dovete sedervi belli comodi a un tavolo e dire all’Oste Sauro: “Pensaci tu!” Lui ti preparerà un aperitivo che da solo vale il viaggio:  con  mortadella (che così non l’hai mai assaggiata ), ciauscolo di fegato per intenditori, bufala di mogliano e formaggi tartufati da urlo, il tutto bagnato da abbondante vernaccia. E per finire un biscottino al vino e anice (il più buono che abbia mai provato), da pucciare dentro al calice. Apoteosi! PS. Mosè mi ha fatto notare che la Vernaccia Docg al naso sa tantissimo di Chinotto e se servita fredda è l’ideale per un aperitivo diverso ma soprattutto va a nozze con la pizza, magari con bufala, spaccasassi e alicetta sopra!

TAPPA TRE: LA BARRICCAIA E DINTORNI

vernaccia e Passito

Una passeggiata dal Falcotto al Morò passando per la cantina

Arriviamo nella spettacolare zona della vigna del Falcotto, ovvero di una selezione: in questo caso si salvano massimo tre grappoli a pianta. E in un climax crescente di gusto saliamo di grado  fino alla vigna del Morò, esposta a sud est. Perchè Morò? Perché prende il nome da un matto di Citanò. Un vino folle che intriga e diverte e non annoia mai. 700 bottiglie all’anno super selezionate di vernaccia nera con un mix di passito stile amarone.

morò falcotto Fontezoppa

Ecco, ho trovato un  posto ideale  dove fermarmi ad ammirare il paesaggio e pensare a quanto siano incredibili le Marche! E qui ho l’onore  di assaggiare un passito di Vernaccia con 10 anni di vita. E questo come predica Mosè: “non è vino cotto è poesia!” Un nettare divino, da sigaro e cioccolato, da pensieri nobili e da discorsi profondi.

TAPPA QUATTRO: VERSO IL MARE

la Ribona fontezoppa

Tra Civitanova Alta e le terre della Ribona

Dalla colline di Serrapetrona si torna verso Civitanova Alta. Qui si coltivano 100 ettari di vigna che respira salsedine e profuma di mare. Il prodotto è La Ribona un maceratino elegante (che deriva da un vitigno greco), molto longevo che, se fatto bene, non ha niente da invidiare a un buon verdicchio, nonostante quest’ultimo sia molto più famoso di lui. Lo sapevi che esistono solo 9 produttori di Ribona in tutto il mondo? E che è un vino quasi vegano, perché le bucce che vengono lasciate a macerare dentro per un bel po’ creano solfiti naturali. La sua caratteristica principale è che in bocca ha una mineralità davvero spiccata che rinfresca, per la vicinanza delle vigne al mare. Abbinamento ideale? Pesci importanti e carni bianche, magari con finocchietto selvatico alla marchigiana!

TAPPA CINQUE: LA LOCANDA

locanda fontezoppa

Tutte le strade della Vernaccia portano a Fontezoppa: la chiusura del cerchio

SAI IL PERCHE’ di questo nome? Fontezoppa è una fonte vicina alla Locanda ricca di leggende sulle vecchie lavandaie, di stregoneria e di mistero. E l’ultima tappa è alla Locanda dove tanto per cambiare si mangia (fa pure rima )…e soprattutto si beve . Nella struttura, che dispone anche di camere super confortevoli con idromassaggio, c’è un ristorantino raccolto e allegro. Appena entri intuisci che è il  posto ideale da condividere con buoni amici di buona forchetta, magari approfittando dell’aperitivo in vigna che a partire da giugno viene proposto tutte le domeniche dalle 17 in poi!

LOcanda Fontezoppa

Il pranzo è quello tipico della nostra tradizione, con la pasta fatta in casa, la carne marchigiana (l’aggiunta di finocchietto selvatico sulla tagliata mi è piaciuta un sacco!), le verdure dell’orto e qualche sfizio più ricercato: il cestino di croccante ripieno di crema e frutta era davvero libidinoso. Di vini qui ne assaggio così tanti da perdere il conto, ma uno su tutti me lo ricordo: La Ribona del 2009 che con i suoi 10 anni di “esperienza” alle spalle conquista il mio palato irrimediabilmente.

Accompagno l’ultimo brindisi con un pensiero autentico nella sua estrema semplicità:

Non  c’è niente di meglio che dell’ottimo vino e una buona compagnia per essere felici!”.

Grazie Fontezoppa dell’Ospitalità! Alla prossima bevuta…